La pinsa romana è una preparazione che ha origini molto antiche e viene in qualche modo considerata l’antenata della classica pizza che conosciamo.
L’impasto viene realizzato in modo un po’ diverso, utilizzando un mix di farine, di rosi, di frumento e di soia.In questo modo otterrete un impasto molto soffice ed una pinsa croccante all’esterno e morbidissima all’interno.
Il suo aspetto ed il suo sapore ricordano la classica pizza ma in questo caso la lievitazione è molto lunga, di almeno 24 ore, e quindi risulta più digeribile. Potrete quindi sbizzarrirvi con gli ingredienti da utilizzare per condirla. Il risultato che otterrete sarà sempre delizioso, molto particolare e rivivrete la vera tradizione romana. Scopriamo quindi la ricetta e la storia della pinsa.
Ingredienti per la pinsa
- 700 g di farina di semola di grano duro rimacinata
- 40 g di farina di riso
- 30 g di farina di soia
- 600 ml di acqua
- 4 g di lievito di birra
- 20 g di sale
- 20 ml di olio extravergine d’oliva
- q.b di sale grosso
Ingredienti per condire
- 350 ml di passata di pomodoro
- 250 g di mozzarella
- q.b di olio extravergine d’oliva
- q.b di sale
- q.b di basilico
- q.b di origano
Come preparare la pinsa romana
La prima cosa da fare per portare a tavola una pinsa davvero eccellente è dedicarsi con amore e dedizione all’impasto base. Non dovrete avere fretta per la realizzazione di questa pietanza ma lasciarvi guidare dalla passione per la cucina e per le sue arti più antiche.
Come prima cosa all’interno di una planetaria o sul piano di lavoro mischiate insieme le tre farine ed il lievito. Poi, poco per volta, aggiungete l’acqua, tenendone da parte circa 50 ml per la fase successiva. Iniziate ad impastare e poi aggiungete anche l’olio ed il sale. Dovrete continuare ad impastare il tutto per almeno 15-20 minuti fino a quando avrete ottenuto un risultato ben elastico ed asciutto. Questa operazione richiede un po’ di tempo ma sarà di fondamentale importanza per la buona riuscita del vostro impasto.
Fatto questo riducete l’impasto in una palla e mettete all’interno di una ciotola e coprite con pellicola. Mettete in frigorifero e fate proseguire la lievitazione per almeno 24 ore.
Solo a questo punto potrete riprendere l’impasto e dividerlo in panetti più piccoli, che dovrete far lievitare, sempre in frigorifero, per altre 4 ore. Dovranno raddoppiare il loro volume iniziale, per cui distanziateli per bene tra loro.
Adesso potete riprendere ogni panetto e stenderlo su una teglia dando la classica forma rettangolare. Riprendete l’acqua che avete lasciato da parte e aggiungetevi dell’olio e del sale grosso e cospargete tutta la superficie.
La pinsa andrà quindi messa in forno a 250°C per circa 10 minuti. A questo punto sfornate e condite con la passata di pomodoro, olio, sale e dei cubetti di mozzarella. Aggiungete anche una foglia di basilico e mettete nuovamente in forno a 200°C per altri 5-10 minuti o fino a quando la mozzarella si sarà sciolta e la vostra pinsa sarà perfettamente dorata nei bordi.
Una volta pronta sfonatela e servitela ai vostri ospiti quando è ancora ben calda.
Pinsa romana Bimby
Questa stessa ricetta può essere realizzata anche utilizzando il Bimby. La lavorazione rimarrà la medesima. Dovrete aggiungere le farina, il lievito, l’acqua, olio e sale all’interno del boccale e lavorare con Funzione Spiga per circa 4 minuti o fino a quando l’impasto sarà ben incordato.
Solo a questo punto potrete proseguire con la lievitazione nelle due fasi indicate precedentemente. Otterrete comunque un ottimo risultato ma in minor tempo.
Storia della pinsa romana
Come detto inizialmente questo piatto ha delle origini molto antiche. Il termine “pinsa” deriva dal latino “pinsere”, che significa allungare.
Il termine deriva dal fatto che secondo la tradizione la ricetta originale era una schiacciata dalla forma particolarmente allungata, che veniva realizzata con ingredienti poveri. La pinsa, infatti, veniva realizzata con acqua e cereali misti e din più condita con solo olio, sale ed erbe aromatiche.
Differenza tra pizza e pinsa
La pinsa viene considerata l’antenato della classica pizza a cui siamo abituati. Come abbiamo visto, però, le differenze sono molteplici. Innanzitutto le farine utilizzate e la quantità d’acqua, che insieme alla lunga lievitazione rendono questo impasto molto digeribile e leggero.
Inoltre, questo impasto risulta anche meno calorico e può essere farcito in modo altrettanto leggero e proteico e potrà quindi essere consumato anche da chi fa attenzione alle calorie o sta seguendo un regime alimentare dietetico.
Come conservare la pinsa romana
La pinsa si conserva per al massimo un paio di giorni e potrà essere scaldata prima di servirla nuovamente ai vostri ospiti.